Regolamento Unesco, Grassi: “Si chiudono le stalle dopo che i buoi sono già scappati. Il nuovo regolamento arriva troppo tardi”

“Luci e ombre sulle nuove norme. Ma gli aspetti positivi prevalgono”

“Si chiudono le stalle dopo che i buoi sono già scappati. Il nuovo regolamento arriva troppo tardi e l'attesa di un anno e mezzo ha permesso di raddoppiare le attività con i trasferimenti tra locali diversi. Ora si mette uno stop, bene, ma il Comune è sempre un passo indietro rispetto alla realtà”. Così Tommaso Grassi, capogruppo di Firenze riparte a sinistra, interviene nel dibattito in Consiglio comunale. E spiega: “Abbiamo dato un nostro contributo positivo, anche se avremmo preferito che l'iter avvenisse con un processo di condivisione e confronto in Consiglio e non con una delega alla Giunta. Il Pd ha rifiutato ancora una volta il dialogo su un tema caro a tutte le forze politiche”.

“L'atto presentato ieri mostra luci e ombre. Ad esempio – argomenta il capogruppo - non comprendiamo il perché sia stata introdotta nella modifica la vendita fiori in alcune vie. Era così necessaria o bisogna pensare che ci siano già alcuni esercenti interessati? E dall'altro lato invece è un bene che sia sia intervenuti sulla regolamentazione di risciò e macchinine elettriche turistiche, così come la norma per vietare la vendita e la promozione di biglietti e pacchetti turistici davanti ai musei. Accanto a ciò abbiamo proposto di estendere il divieto di apertura di nuove attività alimentari anche in altre vie e piazze, da Borgo La Croce a via Faenza, passando per la zona di Sant'Ambrogio e via dei Benci. Tutte proposte sistematicamente bocciate dalla maggioranza così come la richiesta, da noi avanzata, di non aprire nuove autorimesse in centro UNESCO”.

“Riteniamo importante l'impegno della maggioranza, su nostro invito, di dare regole chiare di utilizzo, di piazze e strade, per i riders che consegnano alimenti e bevande a domicilio. Questo – conclude Grassi - porterà ad un tavolo anche con le aziende così da supportare, essendo privi di un contratto di lavoro nazionale, le lavoratrici e i lavoratori che pedalano in condizioni di lavoro pessime”. (fdr)

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