“Davvero da brividi ripercorrere parte dell'intensa storia di Firenze nella storia di una singola persona. Ho conosciuto Anna negli ultimi 10 anni di vita – ha detto nel corso di una comunicazione in Consiglio comunale il consigliere del Partito Democratico Renzo Pampaloni – e nonostante gli acciacchi dell’età ne ho apprezzato la lucidità e la determinazione: una persona che sapeva catturare l’attenzione, che ti metteva sul 'chi va là' con un semplice sguardo. Ho trovato questo aspetto più volte ripercorrendo la sua storia, ad esempio quando negli anni della lotta per la casa. In quel periodo lottava per aprire una seconda scuola all’Isolotto e l’assessore ai Lavori Pubblici, Sergio Querci, inizialmente l’aveva liquidata invitandola ad andare a “fare la calza”. Poche ore dopo si trovò con centinaia di donne dell’Argingrosso guidate da Anna a protestare sotto Palazzo Vecchio. Nel giro di pochi mesi quella scuola fu realizzata.
Anna è ricordata anche per la sua intensa attività di volontariato nei Pioneri e nell’Unione Donne Italiane. Fa la sua parte, anche se giovanissima, nella fila dei partigiani fiorentini. Così la ricorda Franco Quercioli: “L’Anna era una morettina agile e smilza con gli occhi neri e vivaci e i calzini bianchi, che dimostrava quindici anni anche quando ne ebbe di più. Cosa che gli servì in seguito durante l’emergenza per passare inosservata tra le pattuglie tedesche e fasciste che vigilavano la zona, quando in bicicletta portava a casa dei Dolfi borse piene di roba per i partigiani”.
Rileggendo la sua storia, si può rivivere insomma un pezzo importante della storia recente di Firenze, dalla battaglia per la liberazione del nazifascismo, alle lotte per la scuola e per i diritti negli anni 60. E poi – ha aggiunto Renzo Pampaloni – tutti i personaggi che si sono intrecciati nella sua vita, da Rodari a Berlinguer ma anche quelli dell’Isolotto da Don Mazzi a Luciano Gori. Il quartiere era, in quella fase, in piena crescita ed era un fermento di iniziative sociali innovative: le esperienze di scuola attiva e di socializzazione dei genitori si combinavano con quelle di una catechesi di avanguardia della Comunità dell'Isolotto. In questo scenario vulcanico, la vita di Anna sembra un libro, ma in realtà è storia vera magistralmente incorniciata dai ricordi di Franco Quercioli e Moreno Biagioni, che ringrazio per il loro infaticabile lavoro di raccolta e di analisi della documentazione storica della nostra città e dei nostri quartieri. Anna come esempio di donna fiorentina che con la sua determinazione e la forza delle sue idee ha contribuito a rafforzare il basamento democratico sul quale Firenze poggia saldamente: grazie Anna – ha concluso il consigliere PD Renzo Pampaloni – sei e sarai sempre una parte di Firenze”.