Nella seduta di lunedì 6 novembre nel Salone dei duecento di Palazzo Vecchio
Il Consiglio comunale, attraverso la Conferenza dei capigruppo, ha deciso di dedicare un momento del Consiglio di lunedì prossimo al ricordo di quel 6 novembre ‘43 quando iniziò la deportazione degli ebrei fiorentini con i rastrellamenti, seguendo indicazioni puntuali evidentemente in possesso dei nazisti, che culminarono poi con la partenza del primo convoglio diretto ad Auschwitz.
“Vogliamo ricordare tutti insieme – spiega il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – quanto accaduto attraverso alcune letture di Primo Levi grazie alla disponibilità del Maestro Ugo De Vita, autore, regista, interprete fortemente impegnato nella divulgazione del teatro civile nella nostra città a partire da quel “Fatti non foste a viver come bruti…” scritto e pensato per raccontare il brutale omicidio di Niccolò e la tragedia nella quale è piombata ormai da 6 anni la famiglia Ciatti.
Non c’è futuro senza memoria. È quanto ci ripetiamo spesso, ad ogni ricorrenza; ma evidentemente non è mai abbastanza.
Ecco quindi la necessità di far memoria di quel 6 novembre 1943, quando il comando nazista avviò a Firenze la cattura e la deportazione degli Ebrei fiorentini. Vennero arrestate oltre 300 persone. Il 9 novembre furono caricate sui treni diretti verso Auschwitz, dove arrivarono il 14 novembre.
Solo 107 superarono la selezione per l’immissione nel campo: gli altri vennero immediatamente eliminati.
I nomi di 248 ebrei residenti a Firenze uccisi dai nazisti, incluso il rabbino-capo Nathan Cassuto, sono elencati in una grande lapide nel giardino del tempio di via Farini. Nell’elenco dei prigionieri deportati, figuravano anche otto bambini piccoli e 30 anziani.
I tedeschi avevano completato l’occupazione di Firenze nel settembre 1943. Qui i nazisti poterono contare per la razzia sul sostegno attivo dei fascisti, in particolare su quello della banda Carità. Degli Ebrei deportati nei lager dal 6 novembre del '43 in poi, solo 15 tornarono indietro: otto donne e sette uomini.
La Comunità di Sant’Egidio ha promosso, già dal 2013, il ricordo dell’inizio dei rastrellamenti degli ebrei in città, chiamando le varie confessioni religiose e l’Istituzione cittadina per una fiaccolata verso la Sinagoga con un momento di raccoglimento davanti alla lapide del giardino.
Mai come in questo momento così difficile, diventa essenziale che tutta la città sia unita nel chiedere la Pace e nel ricordare il martirio patito dai nostri concittadini di origine ebraica. Tutto ciò non deve ripetersi e nella nostra città tutti devono sentirsi al sicuro e protetti dalla collettività.
Con l’occasione al Maestro Ugo De Vita – conclude il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – verrà conferito dal Consiglio comunale un riconoscimento per il suo impegno nella promozione del teatro civile”. (s.spa.)