Salute in carcere, quando le terapie di cura sono incompatibili con la detenzione. Siglata procedura interistituzionale per garantire assistenza sociosanitaria e continuità terapeutica a detenuti in sospensione di esecuzione della pena e a fine pena

 

Un progetto pronto per diventare operativo quando la persona uscirà di carcere. Una procedura di cui la persona detenuta potrà beneficiare al momento in cui il Tribunale di Sorveglianza disponga che le sue condizioni sanitarie non siano compatibili con il regime carcerario, con l’obiettivo di dare alla persona in questione un riferimento territoriale che continui la presa in carico iniziata nel penitenziario. La procedura messa a punto dal lavoro congiunto dei soggetti istituzionali coinvolti garantisce infatti al detenuto che esce per sospensione di esecuzione penale stabilita dal Tribunale di Sorveglianza e per i detenuti a fine pena, la continuità terapeutica e di cura nonché l’assistenza sociosanitaria che sia stata valutata come necessaria. Il progetto si propone di dare un collegamento fra la presa in carico iniziata nel periodo di detenzione e il dopo, per garantire una adeguata assistenza sanitaria, socio-sanitaria o sociale con riflessi importanti di protezione anche all’esterno, per tutta la comunità in generale. 

 

A questo procedura, innovativa sia per l’obiettivo che si prefigge sia per il grandissimo impegno di efficienza che viene introdotto nel definire un percorso specifico di garanzia dell’assistenza, hanno lavorato insieme Comune di Firenze, Servizi Sociali, Garante dei detenuti, Amministrazione penitenziaria, Azienda Usl Toscana Centro, Società della Salute di Firenze. Nel rispetto condiviso di offrire un punto di equilibrio tra il diritto alla salute del detenuto e il diritto-dovere dello Stato di garantire l’esecuzione della pena. La procedura siglata mette a punto i passaggi tecnici che ogni istituzione coinvolta dovrà fare una volta che è stata stabilita dal Tribunale di sorveglianza la condizione di incompatibilità con lo stato di detenzione in carcere, per raggiungere al meglio gli obiettivi prefissati.

 

“È il risultato di un lavoro di confronto che abbiamo intrapreso da inizio mandato con l’azienda sanitaria e tutti i soggetti coinvolti e un impegno preso già a fine agosto durante il mio primo sopralluogo da assessore al carcere di Sollicciano. – spiega l’assessore al Welfare Nicola Paulesu – In questo modo vogliamo dare una risposta strutturata a una problematica che era emersa in più occasioni e che richiedeva una procedura più codificata per potersi attivare rapidamente ove ritenuto necessario. Si parla di situazioni che vedono detenuti con gravi problematiche di salute, non compatibili quindi con il regime carcerario, che sono oggetto di ricognizioni e analisi puntuali e precise, ma anche di detenuti a fine pena per garantire la continuità terapeutica e di cura”.

 

I destinatari sono persone che hanno ricevuto pena detentiva residenti sul territorio del Comune di Firenze in condizioni di salute tali da non poter rispondere, in base a quanto previsto dall’ordinamento penitenziario e su disposizione del Tribunale di Sorveglianza, ai trattamenti e alle terapie curative disponibili nell’ambito del circuito penitenziario, e persone detenute che escono per fine pena, per quanto riguarda le azioni per garantire la continuità terapeutica, assistenziale e di cura. 

 

L’Ufficio Inter distrettuale Esecuzione Penale Esterna ha il compito di seguire il detenuto anche all’esterno fino a che risulta essere in esecuzione penale.

 

 

(sa. ca.)

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