“Il sindaco ha, fino ad oggi, negato che a Firenze ci fosse un'emergenza criminalità e, mentre i fiorentini venivano vessati da decine di migliaia di multe, dei delinquenti taglieggiavano impunemente cittadini e turisti. Ma questa vicenda – spiegano il Vice Presidente Consiglio comunale Emanuele Cocollini ed il Presidente della Commissione di controllo Antonio Montelatici – getta un'ombra inquietante sulla gestione politico-amministrativa di carattere gestionale: un consiglio d'amministrazione incapace di controllare il direttore generale che dichiara pubblicamente che i controlli erano impossibili. E per quale motivo? Domanda che attende ancora una risposta.
Ma la ragione, che è anche la più grave, è la questione morale: amministratori nominati sulla base dell'appartenenza politica e non sulla base delle capacità; le multe tolte sulla base dell'appartenenza politica.
Perché vedete – continuano Cocollini e Montelatici – diciamola chiaramente: il funzionario Sas a capo della banda è un iscritto al partito del sindaco, è una persona che frequenta i comitati elettorali del sindaco.
Il sindaco è arrivato in Consiglio comunale non per dovere istituzionale ma per un dovere morale perché delle due, l'una: o il sindaco è un sindaco incapace o è un sindaco in malafede e, in entrambi i casi, dovrebbe avere la sensibilità ed il buon gusto di dimettersi. Noi non pensiamo che il sindaco sia in malafede. Ma non si dimetterà – concludono i due consiglieri della Lega Salvini Firenze – perché, come diceva don Abbondio, il coraggio chi non ce l'ha non se lo può dare”. (s.spa.)