“Avevamo già proposto dal Consiglio comunale di Firenze di lavorare su strategie condivise per la sicurezza in corsia. Siamo convinti – spiega il consigliere PD Nicola Armentano – che occorra assicurare maggiori livelli di sicurezza nelle strutture sanitarie, soprattutto alla luce degli episodi di aggressione che in tutta Italia troppo spesso si sono verificati a danni di operatori sanitari. Ho proposto una ‘cabina di regia per la salute cittadina’ già messa in programma dall’amministrazione, con incontri cadenzati tra Asl, società della salute, azienda ospedaliera Careggi, Meyer, volti a condividere le strategie cittadine in tema di sanità e di sicurezza degli operatori socio sanitari Purtroppo, a qualcuno nel Governo tutto ciò interessa poco.
È di pochi giorni fa la bocciatura da parte dell’Aula di Montecitorio dell’ordine del giorno, al Decreto Liste Attesa, presentato dal capogruppo Pd in Commissione Giustizia Federico Gianassi al provvedimento sulle aggressioni a medici e infermieri. Come ha sottolineato il presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Firenze Pietro Dattolo ‘non ci possono essere differenze politiche contro le aggressioni al personale sanitario, non può e non deve essere una questione politica, ideologica ma una battaglia di civiltà’.
Le violenze contro medici e infermieri sono un caso acclarato, molto doloroso. Una violenza contro chi sta facendo il proprio lavoro, ed il paradosso è che tali professionisti sono lì per curare anche coloro che li aggrediscono. Le aggressioni al personale medico e paramedico sono un’emergenza, i casi sono in aumento in tutta Italia. In Toscana, secondo l’Osservatorio regionale, si registrano quasi mille all’anno. Il rispetto per il lavoro e per la dignità umana dei professionisti, che ogni giorno sono coinvolti in prima linea per garantire la salute pubblica, non può essere mai un fatto residuale. Purtroppo, il percorso da compiere per garantire la loro tutela è ancora lungo.
Comunque – conclude il consigliere PD Nicola Armentano – penso che gli elementi esclusivamente “punitivi” o di apertura di conflitti con gli utenti non siano la sola soluzione. Il fenomeno è complesso ed ha aspetti “culturali” di difficile contrasto sui quali serve investire avvicinando i cittadini pazienti alle figure professionali attive in questa area di assoluta e purtroppo costante necessità.
Prevenire le aggressioni deve essere la priorità così come provare a trovare soluzioni per intervenire prontamente a tutela dell incolumità degli operatori socio sanitari e qualche volta anche degli amministrativi.
Spero quanto prima che anche la nostra Amministrazione possa attivarsi quanto prima a riprendere un percorso di confronto a difesa di categorie sempre pronte a garantire la salute dei cittadini”. (s.spa.)