“Siamo vicini alla famiglia e in particolare alla sorella, alla direttrice della struttura e a tutto il personale ”
“C’è grande dispiacere per la drammatica morte del detenuto. In questo momento di dolore siamo vicini alla sua famiglia, e in particolare alla sorella, alla direttrice della struttura e a tutto il personale”. Lo afferma l’assessore a Welfare Sara Funaro, commentando la notizia della scomparsa del 43enne nel carcere di Sollicciano. Morte, che porta ancora una volta a riflettere sulla difficile situazione e sulle numerose criticità anche a livello strutturale in cui si trova il penitenziario fiorentino.
“Come diciamo da tempo con il sindaco Nardella, Sollicciano ha bisogno di essere ricostruito - afferma Funaro - per renderlo più funzionale e per garantire dignitose condizioni di vita ai detenuti e di lavoro a tutti coloro che vi operano. Nell’immediato però sono necessari interventi per affrontare le criticità esistenti. Serve un penitenziario all’altezza di una città come Firenze, che da sempre è città di accoglienza e integrazione”. “Continueremo a impegnarci e a tenere alta l’attenzione sulla necessità di intervenire sulla struttura confrontandoci con il governo”, prosegue l’assessore. Che aggiunge: “La reclusione va intesa non come punizione, ma come rieducazione e il carcere deve essere un luogo di rinascita, di ripartenza, e non di dolore e sofferenza. Le persone devono uscire migliori rispetto a quando sono entrate”. “Per questo stiamo portando avanti progetti di recupero dei detenuti - conclude Funaro -, sia dentro che fuori il carcere. E’ dando loro opportunità per mettersi alla prova che si può diminuire il tasso di recidiva e offrire possibilità per condurre una vita diversa”. (fp)