Queste le dichiarazioni della presidente della Commissione pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali Stefania Collesi
“Il 18 dicembre del 1972 ci fu un incidente sotto il tunnel del Monte Bianco dove morirono, nascosti in un camion verso la Francia, 28 lavoratori del Mali, alla ricerca di un lavoro e migliori condizioni di vita.
La tragedia portò le Nazioni Unite ad occuparsi delle condizioni dei lavoratori migranti.
Nel 1990 fu approvata la Convenzione Internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e nel 2000 fu quindi istituita la “Giornata Internazionale dei migranti”.
Lo scopo di questa giornata è far riflettere sui diritti da riconoscere ai migranti in base alla Convenzione.
Dal 2015 in Europa si registra un flusso di persone in fuga dalla guerra, dalle zone di conflitto, dalle avversità climatiche.
Un flusso costante di milioni di esseri umani che affrontano percorsi spesso pericolosi per cercare salvezza.
Le migrazioni sono in aumento e sono legate al macro - fenomeno della globalizzazione, che non fa solo muovere merci e capitali su scala planetaria, ma anche le persone.
D’altra parte il contributo lavorativo degli immigrati è ormai ritenuto indispensabile nella struttura del nostro mercato del lavoro. E lo è anche nella nostra struttura sociale. A Firenze su 360.000 cittadini, 65.000 sono con background migratorio.
Eppure spesso tanti, troppi, sono privati dei diritti sociali.
Violazione di diritti umani, sfruttamento lavorativo, lavoro nero, ritardi nei permessi di soggiorno, della concessione del diritto di cittadinanza e soprattutto i morti in mare.
Davanti a noi il Mar Mediterraneo ad oggi, continua a costituire la frontiera più pericolosa al mondo.
Lunedì scorso è stata salvata, unica sopravvissuta ad un naufragio, una bambina di 11 anni in mezzo al mare al largo di Lampedusa.
“Dovete capire che nessuno mette i propri figli su una barca a meno che l'acqua non sia più scura della terra”.
Occorre combattere la paura dello straniero, del diverso, riuscendo a vederlo come una risorsa per il Paese.
Ecco, il 18 dicembre ricorda di non lasciare indietro nessuno di continuare a battersi affinché il rispetto dei diritti umani e civili rappresenti le fondamenta delle politiche migratorie per affermare i valori della solidarietà e dell’inclusione”. (s.spa.)