L’iniziativa è dall’Accademia europea di Firenze. Oggi le prime piantagioni con gli assessori Giorgio e Meucci
Un albero piantato per ogni studente straniero che arriva a studiare a Firenze. E’ l’iniziativa promossa dall’Accademia europea di Firenze con il sostegno della Elon University che ha preso il via oggi con la piantagione dei primi 35 alberi nel parco di San Bartolo a Cintoia alla presenza degli assessori all’ambiente Andrea Giorgio e all’università Elisabetta Meucci. Per l’Accademia erano presenti la direttrice Elisabetta Santanni e il presidente Gustavo Gesteira.
La scuola ospita ogni anno circa 400 studenti internazionali, provenienti da vari paesi del mondo e programmi universitari americani, messicani e brasiliani. In particolare, l’AEF è uno dei Centers Abroad della Elon University, North Carolina.
“E’ un progetto molto bello - commenta il sindaco Dario Nardella - che vuole restituire a Firenze un pezzo di quello che ogni ragazzo che viene qui a studiare raccoglie dalla nostra città, in uno scambio reciproco improntato sulla sostenibilità e sul valore del verde”.
“Tra questi ragazzi e la città resterà un legame, una sorta di gemellaggio ambientale perché gli alberi ci aiuteranno a rendere Firenze più sostenibile e più bella, e renderanno un servizio al pianeta intero - sottolinea l’assessore Giorgio - L’augurio è che anche altre università straniere possano seguire questo esempio”.
“Quando la direttrice dell’Accademia Europea di Firenze Elisabetta Santanni mi ha contattata per presentarmi questa proposta - ha detto l’assessora Meucci -, l’ho subito accolta con entusiasmo e mi sono impegnata affinché diventasse un progetto. Non solo per il valore ambientale di questa iniziativa, ma anche e soprattutto per il suo valore sociale di relazione positiva e costruttiva con le università straniere attive in città. Posso già dire che questo progetto sarà sposato anche da Aacupi e quindi rilanciato con sempre maggiore forza”.
“Con questa iniziativa - aggiunge Santanni - vogliamo costruire una relazione positiva con la comunità ospitante e restituire, seppur solo parzialmente, quanto gli studenti ricevono secondo il concetto anglosassone del “give back”. Vorremmo possibilmente mappare gli alberi donati, in modo da mantenere il legame con gli studenti, anche una volta rientrati nel loro paese”.