Queste le dichiarazioni della consigliera del gruppo Firenze riparte a sinistra Donella Verdi
"Con il cosiddetto “decreto sicurezza” di Salvini, sarebbero già un centinaio i profughi destinatari di protezione umanitaria che hanno perso il diritto a ogni forma di assistenza e che sono finiti per strada, espulsi dai centri di accoglienza. Solo un esempio: alcuni giorni fa un ragazzo di 18 anni, rimasto fuori, è stato accompagnato a Torregalli, poi all’Albergo Popolare per due giorni e poi più niente. Che senso ha ciò? E che fine farà quel ragazzo? La Regione Toscana ha calcolato che nei prossimi tre anni potrebbero uscire dal sistema di accoglienza dalle 5.000 ai 6.000 persone.
Il cosiddetto “decreto sicurezza” ha praticamente annullato il sistema degli SPRAR, che nella nostra esperienza si erano caratterizzati per un modello di accoglienza diffusa sul territorio e realmente sostenibile. Anche una scuola fiorentina, l’Istituto Marco Polo, ha lanciato un appello e una petizione indirizzata al Presidente della Repubblica. E’ una denuncia forte che grida tutta la loro indignazione nei confronti di questo decreto che taglia i fondi per i corsi d’italiano per i migranti e considera alcune persone con meno diritti degli altri. Nelle scuole, dove gli immigrati imparano l’italiano, raccontano che non hanno più un tetto e di dormire per strada, senza più nessuno che fornisca loro l’assistenza minima.
In prospettiva, se queste sono le prime avvisaglie, del prossimo futuro, è verosimile aspettarsi una vera e propria emergenza, proprio sul territorio fiorentino, anche per le naturali capacità attrattive della città, quando non si hanno mezzi di sopravvivenza. Una probabile emergenza che ci pare decisamente sottovalutata dall’ Amministrazione, che non ha ancora proceduto ad una stima verosimile, se non all’acquisizione dei numeri esatti, circa i migranti esclusi dai centri di accoglienza, né ha comunicato come intenda attrezzarsi per andare incontro alle persone escluse dai sistemi di accoglienza. Non ci pare nemmeno che vi sia una fattiva contrarietà al Governo, realizzata anche insieme ad altri Sindaci, per gli effetti che il decreto potrebbe produrre sul territorio anche in termini si sicurezza, perché la sicurezza non si fa solo chiedendo più poliziotti. Si fa innanzitutto evitando il rischio che queste persone finiscano in mano alla criminalità organizzata, nello spaccio e nel caporalato.
Gran parte di questi giovani, arrivati in Italia sui barconi dalla Libia, detentori di permessi di protezione umanitaria, non può ottenere lo status di rifugiati, perché col cosiddetto “decreto sicurezza” questo non sarà più possibile e quindi la maggior parte non potrà più essere accolta nei centri di accoglienza. E così questi ragazzi finiranno inevitabilmente per strada, senza la residenza, senza diritto di assistenza sanitaria, senza poter avere un regolare contratto di lavoro. Ecco allora che al Governo si potrebbe chiedere di farsi promotore di una revisione delle decisioni assunte così sciaguratamente e al Parlamento di avviare una rapida revisione delle norme in materia, per regolare l’inserimento dei giovani stranieri che vogliano davvero inserirsi, come ospiti e poi come cittadini e come lavoratori, nel nostro Paese. Intanto invece questo Governo lascia soli i territori a farsi carico dei problemi che inevitabilmente si troveranno a dover affrontare, sia dal punto di vista sociale, sia dal punto di vista dei diritti delle persone, come pure della sicurezza negli stessi territori, perché migliaia di disperati verranno gettati per le strade.
Però ci domandiamo anche se il Comune di Firenze allora, che non spende buona parte dei soldi che riceve dalla Regione e dallo Stato per le politiche sulla casa, non possa sperimentare nuove soluzioni, utilizzando anche il patrimonio immobiliare da recuperare in disponibilità, per dare una risposta positiva a chi non avrà altra possibilità che rimanere per strada. E non ci vogliamo riferire solo agli immigrati, ma anche a chi, italiano o straniero, rimane senza un tetto per sfratti e sgomberi sempre più frequenti". (fdr)