Il complesso monumentale affidato alla Comunità di San Leolino. Verrà potenziata la vocazione spirituale e culturale con sviluppo di eventi e visite guidate.
La Certosa del Galluzzo passa all’Arcidiocesi di Firenze. E' stato infatti firmato il verbale di consegna tra l’Agenzia del Demanio e l’Arcidiocesi di Firenze con consegna simbolica delle chiavi. Dopo che i monaci cistercensi a fine 2016 hanno lasciato la Certosa si è scelto di preservare e valorizzare il bene come simbolo di spiritualità.
Per questo l'Arcidiocesi ha chiesto alla Comunità di San Leolino (fondata nel 1986, con sede nell’omonima pieve a Panzano in Chianti) di assumerne la cura perché mantenesse viva la natura spirituale e culturale del monastero.
La concessione (durata 19 anni) prevede la gestione e fruibilità dei vari ambienti della Certosa sino ad oggi custodita con cura dalla comunità cistercense, mentre alcuni spazi rimarranno di competenza del Demanio e della Soprintendenza Archeologica. In particolare, il Centro di Restauro dei Beni Archeologici della Toscana sarà ospitato in alcuni spazi della Certosa.
La Comunità potrà svolgere nei locali non solo le attività liturgiche, ma anche funzioni di formazione spirituale, accoglienza, organizzazione di eventi sociali e culturali. Potrà concedere inoltre, ma solo temporaneamente, singoli spazi per eventi, mostre o altre attività di incontro, in modo gratuito o dietro libere erogazioni che dovranno sempre essere destinate alla copertura dei notevoli costi di manutenzione.
Prevista anche la diffusione delle visite guidate al complesso monumentale che riguarderanno non soltanto gli ambienti attualmente visitabili ma saranno estese ad altri ambienti di grande interesse artistico e storico.