Il provvedimento vieta prestazioni sessuali a pagamento e fa scattare sanzioni fino all'arresto
La prostituzione non rappresenta solo una forma di mercificazione del corpo della donna, peraltro spesso connessa a forme di schiavismo e di oppressione, ma anche un fenomeno che agisce pesantemente sulla qualità della vita urbana comportando forti aspetti di degrado e di illegalità, anche per il controllo esercitato in questo settore dalla criminalità organizzata che ne ricava ingenti profitti. A spese della dignità della donna e a conferma di una insopportabile cultura patriarcale che sta alla base degli atroci episodi che ogni giorno riempiono le cronache.
Per tutto questo il Comune di Firenze ha deciso di intervenire nel merito con una ordinanza contingibile e urgente che è già entrata in vigore prevedendo tra l’altro un procedimento penale, con arresto fino a 3 mesi, o una ammenda fino a 206 euro. I provvedimenti potranno scattare a carico dei ‘clienti’ e in questo senso sarà sufficiente agli agenti della Polizia Municipale, sia in borghese che in divisa, accertare se c’è stata una richiesta, un consenso o un accordo su una prestazione sessuale a pagamento. In questo caso scatterà la denuncia per il cliente sulla base dell’articolo 650 del codice penale, per violazione di una ordinanza delle autorità. Non sono previste sanzioni per chi offre la prestazione, a meno che non ricorrano altre violazioni di legge.
L’atto firmato dal sindaco è stato reso possibile dal decreto Minniti, convertito in legge lo scorso mese di aprile, che per la prima volta consente ai sindaci di emettere un’ordinanza contro coloro che fanno richiesta di prestazioni sessuali a pagamento.