Prosegue, dopo Ai Weiwei e Bill Viola, la serie di mostre dedicate ai maggiori rappresentanti dell’arte contemporanea. Fino al 20 gennaio spazio alla grande performer che da decenni usa il linguaggio del corpo come strumento di provocazione comunicativa.
Dal 21 settembre al 20 gennaio Palazzo Strozzi ospita una grande mostra dedicata a Marina Abramović, una delle personalità più celebri e controverse dell’arte contemporanea; con le sue opere ha rivoluzionato l’idea di performance mettendo alla prova il proprio corpo, i suoi limiti e le sue potenzialità di espressione. L’esposizione nasce dalla volontà di proseguire -dopo Ai Weiwei e Bill Viola- la serie di mostre che hanno portato a Palazzo Strozzi i maggiori rappresentanti dell’arte contemporanea.
L’evento si presenta come una straordinaria retrospettiva che riunisce oltre 100 opere offrendo una panoramica sui lavori più famosi della sua carriera, dagli anni Settanta agli anni Duemila, attraverso video, fotografie, dipinti, oggetti, installazioni e l’esecuzione dal vivo di sue celebri performance.
Sabato 22 settembre, ore 15.30, l’artista sarà protagonista dello speciale appuntamento (già esaurite le prenotazioni) organizzato dalla Fondazione Palazzo Strozzi presso il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. In conversazione con Arturo Galansino, curatore della mostra e direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, l’artista affronterà alcuni temi del suo percorso esistenziale e creativo, ripercorrendo le tappe della sua carriera, dagli esordi in Serbia alle ultime grandi performance in tutto il mondo.
La mostra è organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi, prodotta da Moderna Museet Stoccolma, in collaborazione con Louisiana Museum of Modern Art, Humlebæk e Bundeskunsthalle, Bonn.
A cura di Arturo Galansino, Fondazione Palazzo Strozzi, Lena Essling, Moderna Museet, con Tine Colstrup, Louisiana Museum of Modern Art, e Susanne Kleine, Bundeskunsthalle Bonn.
Orario, tutti i giorni (inclusi i festivi), ore 10-20; giovedì: ore 10-23