“Partiamo da un episodio di cronaca recente: Simone Benvenuti, 23 anni, ricoverato all’ospedale fiorentino Torregalli, è morto nella più desolata solitudine, perché le norme anti Covid hanno impedito alla mamma (vaccinata!), agli altri familiari, agli amici di andare a trovarlo e confortarlo. Simone si era aggravato improvvisamente e, quando hanno deciso di far entrare i parenti in ospedale, era ormai troppo tardi. La mamma l’ha potuto vedere solamente da morto; e, se non fosse stata vaccinata, forse l’avrebbe rivisto ancora più tardi, nella cassa da morto.
Cos’altro deve accadere per risvegliare la Ragione e le coscienze dei politici e del popolo italiano? Queste follie purtroppo non sono isolate, anzi si collocano in un quadro più vasto, a livello mondiale e, soprattutto, italiano.
Ormai sono due anni che i politici, a livello nazionale e locale, affliggono gli italiani con regole assurde e vessatorie, che non hanno nessuna razionalità, nessun senso medico e sanitario, come se la Covid fosse la malattia più terribile di tutti i tempi, come se non fosse gestibile in modo simile a tante altre malattie con le quali conviviamo da sempre.
Altre nazioni del mondo hanno affrontato l’epidemia senza campagne di terrorismo, senza isterie, senza restrizioni insensate, e i loro risultati sono migliori sotto tutti i profili, da quello sanitario a quello economico, e soprattutto, sotto il profilo umano. I politici italiani si sono lanciati in una gara inarrestabile per escogitare le leggi più irrazionali, punitive, distruttive, e di questi tristissimi primati si vantano, addirittura illudendosi di essere un modello apprezzato di gestione politica.
Per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana un Governo ha stabilito, con il Green Pass nelle sue varie forme, la Segregazione per legge, ha spaccato il popolo italiano in due categorie, quelli che obbediscono, senza discutere, agli ordini arbitrari del Governo e quelli che non accettano passivamente qualsiasi legge, come se i decreti discendessero dal Cielo. Mentre in molti altri paesi del mondo i Governi allentano le restrizioni e decidono di considerare la Covid come una delle tante malattie endemiche (gestibili con l’ordinaria prudenza e le cure efficacissime che esistono), in Italia si va nella direzione opposta, con l’intento esplicito e dichiarato di rendere la vita impossibile ai cittadini che scelgono liberamente di non sottoporsi ad un farmaco sperimentale. Non si erano mai sentiti, nella storia repubblicana, esponenti autorevoli del Governo dichiarare il loro disprezzo, il loro odio verso una categoria del popolo italiano; non si era mai sentito che uno dei fini espliciti dell’azione di Governo fosse quella di opprimere e ricattare una minoranza.
Le spinte verso una segregazione sempre più oppressiva vengono proprio da quelle forze politiche che, per decenni, hanno sventolato la bandiera dei diritti, della lotta contro le discriminazioni, della vigilanza contro il linguaggio che fomenta l’odio.
Tornando al caso iniziale, la chiusura degli ospedali alle visite, che trasforma i nosocomi in prigioni, occorre denunciare il materialismo rozzo ed oscuro che costituisce il presupposto di tali provvedimenti punitivi per i malati e i loro parenti. Nella mente dei nostri governanti c’è una concezione riduzionistica dell’essere umano, come se l’uomo fosse solamente materia, un “pezzo di carne” senza anima, come se la vita dell’uomo fosse quella di un vegetale, senza facoltà spirituali, senza rapporti umani. Lo Stato deve curare la salute dell’uomo nella sua interezza, anima e corpo, è assurdo pensare di curare il corpo opprimendo l’anima nella solitudine. I pazienti ricoverati in ospedale non sono “pezzi di carne”, hanno una psiche e il loro recupero non può fare a meno delle relazioni umane, delle visite dei parenti e degli amici, e, per chi è credente, del conforto religioso recato da un sacerdote.
Dobbiamo alzarci in piedi, tutti quanti, e gridare indignati: basta con questa follia, tornate alla Ragione e all’Umanità, cancellate le regole che, ferendo l’anima, impediscono la guarigione del corpo!”.
(s.spa.)