L’atto approvato nella seduta odierna del Consiglio comunale
Un ruolo da protagonista per il comune di Firenze per quanto riguarda il riutilizzo dei beni confiscati, in stretta sinergia con Regione Toscana, Governo e Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. A partire dal coinvolgimento, assieme a Regione, città metropolitane e ANCI, nelle procedure di destinazione di beni confiscati, di modo che possano affiancare gli organi dell’ABSNC. Un obiettivo previsto dalla risoluzione promossa dai consiglieri comunali lista Nardella, Mimma Dardano, Luca Santarelli, Angelo d’Ambrisi, approvata nella seduta odierna del Consiglio comunale.
“Importante oggi farci promotori di questo atto approfondito e pressochè unico a livello di amministrazioni comunali italiane, a nostro avviso urgente, considerando la crisi economica provocata dalla pandemia ed il rischio reale che la criminalità organizzata si insinui maggiormente. – ha detto la capogruppo lista Nardella Mimma Dardano, illustrando l’atto - Spesso i beni confiscati necessitano di interventi importanti di riqualificazione, che gli enti locali non sono in grado di sostenere economicamente, così come oneri anche relativi alla manutenzione. La normativa è molto spesso intricata e cavillosa, un tema che abbiamo avuto modo di approfondire nelle commissioni competenti: difficoltà che rendono ancora più difficile restituire alla comunità questi beni. Approdare a uno snellimento senza però limitare la sorveglianza è l’obiettivo che ci siamo posti. Con questa risoluzione chiediamo che venga sollecitato il Governo a modificare la normativa in essere, approntando nuovi strumenti giudici, fiscali ed economici perché sia possibile tramutare quelli che oggi costituiscono gravosi oneri di mantenimento a carico della pubblica amministrazione in entrate erariali da cui trarre beneficio. I beni sequestrati alla criminalità costituiscono un patrimonio che lo Stato deve poter sfruttare, per rendere nuova dignità a quell’ingente capitale, anche in prospettiva economica, soprattutto in tempo di crisi quale quello in cui stiamo vivendo. Tutto ciò deve essere realizzato con la massima cautela, favorendo trasparenza e controllo grazie a strumenti di sorveglianza adegueati. Due le strade da percorrere a livello nazionale, stabilire che agli organi dell’ANBSC si affianchino rappresentanti dei soggetti che possono essere coinvolti nella destinazione dei beni confiscati e quindi anche i Comuni, che devono avere un ruolo centrale in queste procedure, poi destinare le somme riversate dal FUG (Fondo Unico di Giustizia) al bilancio dello Stato anche agli enti locali per la manutenzione di questi beni. Infine, pensiamo davvero che la città Firenze possa diventare un soggetto protagonista in questo progetto di riutilizzo dei beni confiscati, in rapporto organico e propulsivo colla Regione Toscana, il Governo Centrale e l’agenzia ANBSC”.
(sa. ca.)