“Il Sindaco ha parlato di un bilancio che è un documento politico per un’idea di città che cambia. Ma quale idea di città, quale idea di comunità? Ciò che vediamo è un ridisegno della città delegato ai privati con project financing, con un inutile tunnel Tav di oltre 7 chilometri, il nuovo stadio tra le priorità, la rinuncia al passaggio della tramvia dal centro, l’istruzione pubblica delegata a soggetti privati, apertura di studentati di lusso solo per citare alcune cose. La nostra idea di città e di comunità – prosegue la consigliera di Firenze Riparte a Sinistra Donella Verdi – è completamente diversa per questo il mio voto non potrà che essere contrario.
Il DUP, che col Bilancio dovrebbe esprimere un’idea di città, è in realtà un libro a maglie larghe, per lo più generico che enuncia, senza approfondire ed entrare nel merito, su tanti argomenti ed è, invece più preciso su altri come ad esempio quando si definisce “non più rinviabile l’apertura dei cantieri dell’inceneritore” in contrasto con le politiche che si dovrebbero fare per raggiungere l’obiettivo di rifiuti zero mettendo in campo campagne di sensibilizzazione e incentivazione alla raccolta differenziata e all’educazione ai nuovi sistemi di raccolta e che non si limitino alle discutibili scritte sui marciapiedi di Firenze o a qualche telecamera che assomigliano di più a un sistema punitivo, più che all’acquisizione di una nuova consapevolezza.
Un libro dei sogni – prosegue Donella Verdi – come dimostra il piano degli investimenti per l’annualità del 2017, dove soltanto 25 sono i codici opera realizzati e dove parte delle opere anche per il 2018-2020 sono finanziate con trasferimenti da enti esterni non certi, sponsorizzazioni e privati.
Sulla mobilità urbana, per quanto riguarda la tramvia resto convinta che la città, al suo completamento, ne trarrà vantaggio anche se continua a non trovare soluzione l’attraversamento della città, rifiutando quella che sarebbe la soluzione più saggia del passaggio della tramvia dal centro, sia come risposta al collegamento del centro con l’intera città, sia per ricreare un tessuto di vivibilità e non solo alla mercé dell’assalto turistico e di vetrina.
Un altro tema è quello dei servizi educativi. Il Sindaco già all’inizio del mandato aveva detto di volersi avvalere di una gestione pubblico-privata, assumendola come modello da adottare e, su questo, dobbiamo dare atto che l’Amministrazione lo sta portando avanti con determinazione tanto che la scuola dell’infanzia a gestione completamente diretta non esiste più avendola, per metà, delegata a soggetti privati o, nel migliore dei casi, passata allo Stato.
Un modello che, di fatto, smantella quell’eccellenza che è stata la scuola pubblica comunale e che finisce per ridurne progressivamente la qualità e favorire la precarizzazione del lavoro senza avere la garanzia, adesso che le leggi lo consentono, di mantenere almeno i 30 nidi rimasti quale soglia di salvaguardia della gestione diretta, cosa ormai compromessa per la scuola dell’infanzia.
Per non parlare della sicurezza urbana, diventato il cavallo di battaglia del Sindaco che porta avanti attraverso provvedimenti effimeri come i Daspo, le ordinanze per contrastare lo spaccio o la prostituzione e con telecamere collocate a profusione sul territorio. Provvedimenti che non affrontano i fenomeni dal punto di vista sociale tutt’al più li spostano un po' più in là, occultandoli con l’effetto di aggravarli e relegarli ancora di più nel sottobosco della marginalità, senza scalfire la criminalità organizzata che lucra su queste marginalità sociali.
Quando si parla di Quartieri si afferma che si potranno configurare come vere e proprie municipalità, ma questo resta: un auspicio ben lontano visto che non si sostanzia in azioni concrete. Infatti negli anni abbiamo assistito ad uno svuotamento dei poteri e delle funzioni dei quartieri, spogliati di risorse e di personale. A meno che non si pensi di rimediare con lo Sportello al Cittadino, ancora non presente e che, come disegnato, si prospetta come un mero passacarte tra l’Amministrazione centrale e quella locale.
Un solo esempio, aver tolto la gestione del verde ha peggiorato la cura e l’attenzione verso le aree dei quartieri, dei giardini, la loro cura manutentiva che vede ora operare l’amministrazione con interventi complessivi che arrivano in modo tardivo in aree e spazi sempre più deteriorati e non sono certa che questo produca nemmeno un risparmio per l’amministrazione.
Una politica cittadina che punta tutto sul turismo ma che non è capace di gestire e affrontare questo assalto alla città. Una città – conclude Donella Verdi – che vede trasformarsi le abitazioni da residenze a locali da affittare a turisti o vendere come seconde case a facoltosi stranieri, trasformata in una vetrina, una città del lusso con il proliferare di hotel a 5 stelle con il progressivo svuotamento oltreché della residenza, dei negozi storici e di vicinato e insieme a questo, una città che di fatto rinuncia ad essere viva, abitata, vissuta, inclusiva e quindi sicura.
Una città che continua con l’alienazione del suo patrimonio immobiliare anche di rilievo storico (vedi Villa di Rusciano) o di abitazioni popolari pubbliche quali quelle di Via dei Pepi, per fare cassa, privatizzando di fatto pezzi interi di città e, in questo modo, rinunciando ad un’idea di città da progettare e pianificare per l’oggi e per il domani lasciando, invece, il suo ridisegno all’iniziativa e agli interessi del mercato e dell’impresa privata”. (s.spa.)