“Le guerre sono una follia e una sconfitta per tutti, così ripete da anni Papa Francesco: le guerre sono una sconfitta per tutti! Come un mantra che risuona nella mia testa dal primo giorno dello scoppio della guerra in Ucraina… E che, come un tamburo, rimbomba oggi per il conflitto in Terra Santa.
Leggere l’attacco politico da parte del Presidente Milani mi addolora profondamente, perché negli anni abbiamo condiviso molte battaglie insieme, e soprattutto avevamo una comune voglia di cambiare il sistema. Vedere che oggi si è sottomesso alle logiche della politica, al cinismo che non guarda in faccia nessuno e nessuna, mi rattrista. Soprattutto lui, che rivestendo un ruolo istituzionale di garanzia, non dovrebbe entrare – certo non con questa acrimonia – nell'agone politico.
Nel suo comunicato il presidente Milani dice: “da che parte stava”, riferendosi al mio impegno per il popolo palestinese? Sì, presidente Milani sono sempre stata per mia scelta, senza nessuna retorica, dalla parte degli ultimi, di chi non ha voce, di chi non ha strumenti per difendersi, e le scelte della mia vita ne sono testimonianza. Così come la coerenza mi porta a dire, senza nessuna difficoltà, che faccio parte di Pax Christi da quando avevo 14 anni, e già allora ho fatto scelte consequenziali; di pace sempre, di guerra mai. Ho difeso e sostenuto la campagna "Ponti e non Muri" di Pax Christi, così come le giornate Onu in solidarietà al popolo palestinese.
Ricordo ancora quando nel 2017 il sindaco Nardella ci ha ospitato nel salone dei Cinquecento e tra i relatori ospitammo Avraham Burg e tanti altri ospiti illustri… Sì, perché il diritto d’esistere appartiene a tutti, e quindi anche al popolo palestinese.
Nei miei viaggi in Palestina ho visto cose difficili da dimenticare: ecco perché difendere la logica dei due popoli e due stati è diventata per me un principio sul quale non mollare mai e non scendere a compromessi.
Pax Christi Intenational il giorno 11 dichiarava una ferma condanna a tutti gli atti di violenza che ancora una volta avvolgono la Terra Santa in un dolore, una paura e una devastazione inimmaginabile.
Qui in Europa questo conflitto ha preso rapidamente la piega delle fazioni: pro o contro. Pro Israele o contro Israele, pro Palestina o contro la Palestina. Ma come si possano mettere insieme pensieri complessi e risposte semplici lo vediamo ogni giorno: questo è quello che in TV e sui social anche molti esponenti politici stanno facendo. Dimenticando la sofferenza di chi è stato ucciso, decapitato, privato dei bisogni essenziali o rapito.
Il mio essere domenica in piazza Duomo, portando sulle spalle la Bandiera della Pace, non aveva il significato di rinnegare i diritti di un popolo che soffre oggi più di ieri l’incapacità di autodeterminarsi, ma portare la testimonianza che bisogna imparare ad essere miti, cercare il compromesso della diplomazia, e soprattutto ero lì per ribadire in modo inequivocabile la mia solidarietà al popolo d’Israele duramente colpito da un attacco terroristico, dove popolazioni civili e vittime innocenti hanno perso la vita.
Lo dico ancora adesso: davanti al terrorismo non può esserci una posizione di terzietà. Il terrorismo si condanna e basta! Ritroviamo le armi della diplomazia, ritroviamo insieme il valore della Pace e non lasciamoci manipolare da logiche di potere che rendono fragili gli uomini.
Dispiace per l'intervento del Presidente del Consiglio Comunale. Dispiace soprattutto perché Firenze ha sempre avuto seduto sullo scranno più importante dell'Assemblea cittadina figure che davvero rappresentavano tutto il Consiglio e non soltanto una parte o peggio ancora un partito, e forse - in questo caso - nemmeno tutto. Abbiamo avuto veri uomini e donne di pace come Daniela Lastri ed Eros Cruccolini, intellettuali che sapevano parlare a tutti come Alberto Brasca. Giovani rappresentanti delle Istituzioni come la senatrice Caterina Biti, e anche Andrea Ceccarelli che tra l'altro ha fatto un intervento bellissimo in quella piazza del Duomo, alla manifestazione per Israele che il Presidente del Consiglio Comunale di Firenze non avrebbe voluto si svolgesse.
Dispiace. Per l’Istituzione del Consiglio comunale, non certo per gli attacchi personali che ho ricevuto, attacchi nei quali tra l'altro possiamo vedere anche un accenno neanche tanto velato di misoginia, dato che si attacca una donna per non controbattere direttamente ad un uomo politicamente forte”.
Questo l’intervento della capogruppo di Italia Viva Mimma Dardano
(fdr)