Diritto di voto ai sedicenni alle elezioni comunali, ok a risoluzione Pd in commissione Affari istituzionali


L’atto proposto dal capogruppo Armentano “Da Firenze un invito a legiferare in questo senso per favorire la partecipazione dei giovani” Felleca: “La riflessione sul diritto di voto ai più giovani deve essere affrontata dal Parlamento”

Modificare la normativa nazionale per consentire ai sedicenni il diritto di voto alle elezioni comunali. Via libera in commissione Affari istituzionali a una risoluzione proposta dal capogruppo Pd Nicola Armentano con questo obiettivo.  Nello specifico, l’atto invita il Parlamento a legiferare in modifica della disciplina vigente in materia, per consentire a coloro che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età il diritto di voto ai fini dell'elezione del sindaco e del consiglio comunale nel proprio Comune di residenza.

 

“Far sì che i sedicenni possano votare alle elezioni comunali è una scelta adeguata e al passo coi tempi e anche uno stimolo a una più intensa partecipazione alla vita democratica. – spiega Armentano – Il rischio in Italia, come in tutte le democrazie contemporanee, è un serio problema di rappresentanza dei minorenni che troppo spesso non hanno voce nella determinazione delle priorità dell'agenda politica ed istituzionale ma che saranno i cittadini di domani e come tali hanno diritto di dire concretamente la loro nelle scelte che riguardano la loro vita quotidiana. Da qui quindi la proposta del Pd di Palazzo Vecchio per una modifica della normativa vigente che consenta anche a chi ha compiuto 16 anni di scegliere il sindaco della propria città. Riteniamo importante che da Firenze parta questo appello rivolto al Parlamento nazionale perché si avvii una modifica legislativa che vada in questa direzione. Lo dobbiamo ai nostri giovani che in questo anno e mezzo segnato dalla pandemia ci hanno dimostrato abnegazione, impegno, spirito di sacrificio”.

 

“Il tema del coinvolgimento dei giovani nella vita politica deve essere affrontato, con urgenza e serietà, dal Parlamento: una riflessione profonda, che parta dalla consapevolezza che, in questo Paese, i giovani dimostrano il desiderio di partecipare attivamente alla vita democratica. E la democrazia ha bisogno della voce e della forza dei più giovani”, aggiunge Barbara Felleca, consigliera Pd e vicepresidente commissione Affari istituzionali.

 

Nella risoluzione si legge che “la fissazione a sedici anni della soglia anagrafica per l'accesso all'elettorato attivo alle elezioni comunali può ritenersi adeguata e senz'altro compatibile con l'acquisizione di una maturità e di una coscienza critica sufficienti ad esprimere un orientamento di voto pienamente consapevole per contribuire con il voto alla decisione di chi gestirà il bene pubblico del territorio di residenza”.  E ancora: “per altro verso, in quanto disgiunto dal diritto all'elettorato passivo il riconoscimento del diritto di voto ai sedicenni può costituire, almeno per alcuni giovani, uno stimolo a forme più mature e complete di partecipazione alla vita democratica, non da ultimo nella forma di un impegno politico diretto una volta divenuti maggiorenni”.

 

 

(sa. ca.)

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