“Oggi in Commissione sette: Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione, abbiamo avuto ospiti la dottoressa Oxana Polataitchouk, Assistente Console in materia di gestione emergenza profughi e la dott.ssa Olena Snigyr, studiosa di politica internazionale, ricercatrice presso l’Istituto Universitario europeo.
La dott.ssa Polataitchouk – spiega la presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – ci ha aggiornato sulla situazione dei profughi presenti sul territorio comunale. A Firenze sono arrivati adulti e minorenni, molti adulti hanno titoli di studio significativi e rappresentano un capitale umano che oggi il Consolato si pone seriamente il problema di come valorizzare. Purtroppo, la loro permanenza si sta prolungando oltre quanto a suo tempo immaginato, molti di loro hanno potuto seguire corsi di italiano, ricevere la prima assistenza e sono sostenuti dalla comunità, tuttavia il passare dei mesi pone problemi legati alla possibilità di trovare un lavoro, strutturare l’inserimento scolastico e definire meglio anche le condizioni di accoglienza. Ci sono quindi alcuni aspetti di criticità legati anche al processo di transizione da una situazione di emergenza ad una invece che si presenta di medio lungo periodo. Il problema del riconoscimento dei titoli di studio per completare le carriere formative o inserirsi nel mercato del lavoro, dipende certamente da procedure e norme definibili soli a livello centrale, ma la dottoressa Polataitchouk ha posto e descritto situazioni di criticità legate alla formazione professionale o ad esperienze di volontariato o tirocinio qualificato che con la Commissione si è interrogata su quanto possano essere superate con interventi anche a livello regionale o locale in virtù delle competenze della Regione in questa materia.
La dott.ssa Snigyr ci ha aiutato invece a ricostruire sinteticamente eventi drammatici che avvennero in Ucraina negli anni Trenta e di cui il popolo ucraino, almeno quella parte che al tempo era parte dell’URSS, porta ancora le tracce traumatiche. Il quarto sabato del mese di Novembre ha luogo il Memorial Day, per commemorare le vittime del genocidio ucraino denominato Holodomor. il nome attribuito alla carestia che fu provocata sul territorio dell’Ucraina dal 1932 al 1933 dall’URSS, causando da 3 a 4 milioni di morti.
I contadini ucraini si erano opposti ai processi di collettivizzazione forzata, furono così puniti – ricorda la presidente Donata Bianchi – attraverso la sottrazione delle derrate alimentari e la costrizione dentro i loro villaggi quindi rendendo loro impossibile trasferirsi per andare alla ricerca di condizioni alternative per garantire la sopravvivenza a se stessi e ai figli. Fu una carestia indotta che causò milioni di morti, e al genocidio dei contadini si accompagnarono anche le persecuzioni sistematiche degli intellettuali ucraini e deportazioni forzate. Come ha spiegato la dott.ssa Snigyr fu un trauma che ha scavato cicatrici profonde rimaste per decenni non elaborate perché quegli eventi furono cancellati dalla storia dell’Ucraina e dell’Urss, solo negli anni Ottanta del secolo scorso emersero le prime documentazioni e fu possibile cominciare a ricostruire una storia le cui caratteristiche lo rendono un vero e proprio genocidio. Il 23 ottobre 2008 il Parlamento europeo adottò una risoluzione nella quale riconobbe l’Holodomor come un crimine contro l’umanità, ma a livello nazionale sono ancora pochi gli stati che lo hanno fatto, ad esempio il governo italiano non ha singolarmente formalizzato tale riconoscimento.
Holomodor fu un evento – aggiunge la presidente Bianchi – che condizionò la capacità dell’Ucraina di ridefinire la propria identità, la paura del ripetersi delle violenze e delle persecuzioni spinse al silenzio, a rendersi come invisibili. Le generazioni attuali vogliono invece ricostruire la propria storia, e la determinazione con la quale l’Ucraina si sta opponendo all’invasione russa è anche determinata dalla paura che la storia possa ripetersi.
Importante, in questo senso, l’azione degli altri Paesi a partire dalla storia e dagli atti presenti poiché a Boucha gli ucraini hanno visto ripetersi orrori che furono sperimentati negli anni Trenta.
La Commissione è grata alle ospiti per l’aggiornamento sulla situazione attuale e la possibilità di comprendere il presente attraverso una lettura del passato, un intervento che ha favorito anche una migliore comprensione degli atti offensivi della Russia che sta colpendo siti essenziali a garantire la sopravvivenza del popolo ucraino, negli anni Trenta furono requisite le derrate alimentari, oggi si bombardano gli impianti elettrici e le reti di comunicazione per impaurire la popolazione che – conclude la presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – deve affrontare le durissime condizioni invernali dei prossimi mesi e non sentirsi isolata dal mondo”. (s.spa.)