“Il riacutizzarsi della pandemia, a dicembre, ha temporaneamente interrotto la forte ripresa dei flussi turistici che abbiamo visto manifestarsi a partire da maggio dello scorso 2021 e ha costituito una doccia fredda sulle aspettative di imprenditori e lavoratori del settore, anche se l’anno in corso si chiude con un dato positivo, di aumento del 53% dei pernottamenti rispetto al 2020. La ripresa del 2021 – ha spiegato nel corso di una comunicazione in Consiglio comunale il presidente della Commissione sviluppo economico Enrico Conti – non è del resto sufficiente a recuperare i livelli dei flussi turistici prepandemia che restano lontani, sotto di poco meno del -40% a livello regionale e di circa -68% nell’ambito fiorentino.
Sono diminuiti i flussi e sono cambiati i turisti e le loro abitudini di consumo. Il Centro Studi Turistici fotografa un turista più stagionale e più domestico, italiano ed europeo, più giovane, autonomo nello spostamento, e che alloggia per lo più in strutture extra-alberghiere. Un turista inevitabilmente meno disposto e capace di spendere rispetto ai precedenti la crisi Covid.
Mancano a Firenze, in particolare, i turisti extra-europei, americani in particolare ma non solo, ultra cinquantenni, abituati a alloggiare in strutture alberghiere di fascia elevata e a spendere molto in città. Al di là dell’incertezza rispetto all’andamento futuro della pandemia e dunque rispetto alla piena ripresa dei flussi soprattutto su lunghe tratte, è evidente che alcuni cambiamenti nella fisionomia del turista sono destinati a permanere anche nel prossimo futuro. Occorre dunque adattare l’offerta complessiva della nostra regione e della nostra città, e bene in questo senso sta facendo l’amministrazione a posizionarla anche nei segmenti del turismo slow e dei cammini, integrando l’offerta cittadina sempre più con l’ambito turistico omogeneo e cercando di potenziare un segmento importante come quello fieristico e congressuale.
La resilienza del tessuto delle imprese fiorentine, anche di quelle dei settori più legati al turismo, certificata dai dati georeferenziati della Camera di Commercio che abbiamo recentemente presentato, è un risultato non scontato – ha aggiunto il presidente Enrico Conti – che è stato possibile grazie alla capacità del tessuto imprenditoriale di rimettersi in gioco e adattarsi al nuovo contesto, ma grazie anche alle misure messe in campo dal governo nazionale e dal governo locale.
Lo scorso anno l’amministrazione comunale ha abbassato i tributi comunali di circa 70 milioni; la Tari, il pagamento del suolo pubblico e i canoni pubblicitari. Ha ridotto l’IMU a chi scontava il canone di affitto al proprio affittuario. Ha introdotto un regolamento che ha permesso l’uso gratuito di suolo pubblico alle attività di somministrazione e che stiamo attualmente rinnovando. Quest’anno è inoltre previsto l’azzeramento del pagamento del suolo pubblico per i prossimi 3 mesi.
A livello nazionale quanto previsto dal Decreto sostegni TER è necessario ma forse non sufficiente.
Il testo, disponibile ancora solo in versione di bozza, prevede una serie di aiuti per il settore del turismo. Viene potenziato il Fondo Unico Nazionale Turismo, già previsto dalla Legge di Bilancio con 100 milioni di euro; fino al 31 marzo 2022 viene confermato l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali, fino a un massimo di tre mesi, per le assunzioni a tempo determinato o con contratto di lavoro stagionale nei settori del turismo e degli stabilimenti termali; viene confermato il bonus affitto per gli operatori del settore da gennaio a marzo 2022; viene prorogata la scadenza dei bonus terme al 31 marzo 2022; viene introdotto un esonero dal pagamento della contribuzione addizionale per l’accesso alla cassa integrazione destinato a specifiche categorie di datori di lavoro; vengono riservati ai parchi tematici 20 milioni di euro.
Un provvedimento che va incontro, in modo solo parziale, alle richieste delle categorie. Si è scelta la logica della gradualità, forse in attesa di capire a quale velocità si sgonfierà l’ultima devastante ondata della variante pandemica “Omicron”. Un approccio motivato che tuttavia ha bisogno di un costante monitoraggio per poter intervenire di nuovo se la situazione non migliorasse in tempi brevi, in tempo per la ripartenza della stagione turistica.
Oltre a questa attenzione continua abbiamo però bisogno anche di regole più certe e omogenee in tutta l’Unione Europea, per far ripartire i flussi turistici. Regole – ha concluso il presidente della Commissione sviluppo economico Enrico Conti – non più fondate su indici nazionali o regionali di contagio, ma sulle condizioni e caratteristiche degli individui che viaggiano. Chi si è vaccinato con le dosi necessarie, chi ha il green pass ed è in salute deve poter viaggiare in Europa.
L’Europa sarà, almeno per i prossimi due anni, un mercato fondamentale per le nostre imprese turistiche. Dunque, le autorità nazionali non possono sottovalutare in alcun modo la necessità di definire regole chiare, omogenee e efficaci per istituire una “nuova normalità capace di favorire la stabile ripartenza dei flussi turistici transazionali all’interno dell’Unione”. (s.spa.)