Ex Caserma Ferrucci. Lorenzo Masi (capogruppo M5S): “Una risorsa per la città, non un lusso per pochi”

Presentato ordine del giorno per destinare il complesso a usi pubblici, culturali e sociali

Il consigliere comunale Lorenzo Masi (capogruppo del Movimento 5 Stelle) ha presentato un ordine del giorno collegato alla proposta di deliberazione DPC/2025/00012 – relativa al Piano Strutturale e al Piano Operativo – per chiedere un cambio di rotta sul futuro dell’ex Caserma Ferrucci, situata nel quartiere di Santo Spirito.
“La Ferrucci non deve diventare l’ennesimo spazio privatizzato o turistico di lusso. È un bene comune e deve restare tale”, afferma Masi. “La cittadinanza, insieme a realtà religiose, culturali e scolastiche, ha proposto un progetto alternativo che punta sulla vocazione storica e sociale del complesso”.
Nel dettaglio, l’ordine del giorno chiede:
• L’inserimento della Ferrucci nel Piano Operativo come bene strategico per la città, con una destinazione d’uso a carattere pubblico, culturale, educativo e sportivo;
• L’esclusione di ogni funzione privata incompatibile, come RSA di lusso o strutture ricettive esclusive;
• L’avvio di un tavolo tecnico interistituzionale con Regione Toscana, Ministero della Difesa e Agenzia del Demanio, per valutare un percorso di valorizzazione o cessione gratuita;
• La promozione di un percorso di progettazione partecipata con cittadinanza, scuole e associazioni del quartiere.
“La Regione con la Legge 48/2024 ha tracciato la strada: recupero del patrimonio esistente per fini pubblici e sostenibili. Ora anche il Comune deve fare la sua parte”.
L’intervento si inserisce in un contesto delicato, in cui Firenze e il suo centro storico, riconosciuto patrimonio UNESCO, affrontano le sfide legate alla turistificazione, alla perdita di residenza stabile e alla progressiva erosione dei servizi per i cittadini.
Per il suo complesso contenuto ci è stato chiesto di sospendere l’atto ed approfondirlo in Commissione, abbiamo accettato fiduciosi di trovare una conclusione positiva per la cittadinanza”, conclude Masi. (s.spa.)

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