Queste le dichiarazioni del consigliere di AVS Ecolò Giovanni Graziani
“Cantare per la gente che amo è un mio diritto che non posso ignorare”. Con queste parole Parastoo Ahmadi ha aperto il suo concerto virtuale, pubblicato online giovedì: un’esibizione senza pubblico in cui la cantante si è presentata senza indossare il velo. Concerto che ha portato al suo arresto immediato. Ieri Parastoo Ahmadi è stata rilasciata.
Come riporta Human Rights Watch, gli artisti iraniani detenuti in prigione sono una moltitudine. Tra loro il rapper Toumaj Salehi, su cui pende una condanna a morte; il cantante Mehdi Yarahi; il rapper curdo-iraniano Saman Seyedi; e la fumettista Atena Farghadani, che sta scontando sei anni di prigione per aver affisso un disegno vicino al palazzo presidenziale a Teheran. Questi sono solo alcuni dei tantissimi artisti che stanno pagando con la libertà il loro impegno a favore dei diritti, dell’uguaglianza e della libertà.
Il rilascio di Parastoo Ahmadi alimenta la speranza che la forza evocativa di donne come lei ormai sia per il regime un nemico troppo forte per poter essere combattuto pubblicamente.
L’unica cosa che possiamo fare affinché donne come Parastoo Ahmadi non siano ricordate come l’ennesima martire del regime, ma passino alla storia come artefici della rivoluzione che porrà fine all’oppressione delle donne iraniane, è mantenere alta l’attenzione su di lei e su tutte le attiviste e gli attivisti che ogni giorno combattono dentro e fuori dall’Iran.
Per quanto ci riguarda, ci auguriamo che lavorare incessantemente per un mondo di pace, uguaglianza e libertà sia anche per noi che sediamo in questo consiglio “un nostro diritto, che non possiamo ignorare”. (s.spa.)