“Tre minuti sono pochi per poter descrivere e raccontare cosa hanno rappresentato per Firenze i giorni del primo Social Forum europeo nel 2002.
Si veniva dalle drammatiche giornate di Genova dell’anno precedente.
E questo determinò un clima di paura alimentato, da una certa stampa ma, soprattutto da molti esponenti politici di centro destra e, purtroppo – ha ricordato il consigliere delegato alla valorizzazione della fiorentinità Mirco Rufilli – anche da alcuni intellettuali fiorentini che provarono a ridurre gli incontri ad una questione meramente di ordine pubblico, questo per oscurarne forse le motivazioni e i contenuti del Forum.
Ma non ci riuscirono e fu un grande successo.
Il forum aveva l’intento di dare soluzioni sociali alle questioni globali che, in quel momento, erano impellenti.
Le proposte arrivavano dall’incontro di realtà molto diverse tra loro accomunate dall’idea di cambiare il mondo, il tutto nel nome di principi essenziali come la pace, la solidarietà, la cooperazione.
Lo slogan era “Un altro modo è possibile” ed era nato non solo contro alla globalizzazione in sé, ma alla tipologia di globalizzazione che stava nascendo e che veniva portata avanti dalle politiche, sopratutto occidentali.
Proposte – ha aggiunto Mirco Rufilli – che contrastavano il neoliberismo, quell’idea di economia che mette al centro della società la competizione, dove ognuno cerca di massimizzare la propria ricchezza e il proprio potere anche a spese degli altri ed una società basata su questo altro non è che considerare la vita come una gara, legando socialmente gli esseri umani alla performance e non alla capacità personale.
Kofi Annan, premio Nobel per la Pace e Segretario generale dell’Onu disse che “se la globalizzazione avrà successo, deve portare non solo prosperità economica e migliori comunicazioni, ma anche giustizia sociale ed equità”.
Oggi che siamo nella globalizzazione possiamo dire che non si è avverato quello che Annan chiedeva e viviamo un’emergenza continua, il cambiamento climatico, una guerra in Europa, una decadenza di attenzione agli altri che sembra inarrestabile e una situazione economica globale che ha allargato la forbice tra ricchi e poveri.
Oggi – ha concluso il consigliere delegato alla valorizzazione della fiorentinità Mirco Rufilli – occorre agire anche localmente e prendere spunto dalle esperienze esistenti dove ci sono i giovani che si battono per quei valori quali sono i diritti, l’ambiente, l’economia sociale e l’inclusione e dobbiamo essere noi adulti a sostenerli, dargli spazio e a sostenerli perché se nel 2002 un altro modo era possibile, oggi è diventato indispensabile e urgente”. (s.spa.)