Patrizia Bonanni (PD): “Negli ambulatori ci sono adesso le coccarde gialle. I medici del territorio ci chiedono di essere ascoltati”

Esistono delle criticità sulla medicina del territorio. Dell’importanza della medicina del territorio ne siamo tutti consapevoli ed è necessario che funzioni bene. Ogni medico di medicina generale – ha spiegato la consigliera del gruppo del Partito Democratico Patrizia Bonanni – ha 1500 pazienti che deve visitare e seguire in modo adeguato. Ma la burocrazia blocca il ruolo principale del medico, sia quello di medicina generale che il pediatra di libera scelta, che sono oberati da un carico burocratico molto pesante che occupa gran pare del loro tempo e questo va a discapito del tempo che, invece, il medico dovrebbe avere per visitare, in modo adeguato, i pazienti. I medici si sono trasformati spesso in tecnici informatici. La pandemia ha messo in evidenza che è arrivato il momento di un grande investimento pubblico sul personale della medicina del territorio per migliorare la cura del paziente ed alleggerire anche l’accesso al Pronto Soccorso. Questa criticità si era già affermata dopo la prima ondata ma, purtroppo, anche la quarta ondata della pandemia – ha continuato Patrizia Bonanni – ha trovato ancora un sistema non efficiente. Il paziente che ha bisogno del “suo” medico per un problema che può essere anche non legato al Covid si trova, spesso, esimo, dietro una lunga serie di telefonate, la maggior parte delle quali non inerenti alla cura ma che potrebbero essere risolte da un dipendente amministrativo. I medici di medicina generale vogliono essere ascoltati perché vogliono fare bene il loro compito, cioè curare il paziente. Quando i problemi si vedono da vicino si comprendono, indubbiamente, meglio e sarebbe utile che coloro che prendono le decisioni potessero veramente toccare con mano il lavoro quotidiano di un medico e così si renderebbero conto che, una situazione che era già critica prima della pandemia adesso, con questa quarta ondata, è veramente collassata. E alla fine chi ci rimette è il paziente che ha il diritto di essere curato bene. I medici sono donne o uomini come ognuno di noi e possono fare il proprio lavoro senza un eccessivo carico di burocrazia. Per questo sono sorte, in tanti ambulatori, le coccarde gialle, nate nella nostra Usl ma che si stanno diffondendo in tutta Italia. Questi medici, sempre più numerosi, chiedono di essere ascoltati per poter curare bene i loro pazienti”. (s.spa.)

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