“Quello della sicurezza in sanità è un tema sempre più urgente – spiega il coordinatore della conferenza sulla sanità dell’area fiorentina Nicola Armentano – a cui serve dare risposte. Come ha sottolineato Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze, in occasione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari, partecipando al convegno ‘Non più soli. Analisi del fenomeno delle aggressioni in ambiente sanitario a un anno dalla scomparsa della dott.ssa Capovani’ i medici, gli infermieri e le altre figure professionali della sanità subiscono regolarmente violenze fisiche o verbali. Molti, troppi, casi non vengono nemmeno più denunciati, tanta è la frequenza del fenomeno e l’assuefazione che purtroppo ha generato. La morte della dottoressa Capovani a Pisa e la grande emozione e commozione che ha suscitato ci devono rendere ancora più consapevoli di come l’impegno debba essere massimo perché quanto accaduto non si ripeta più. Sappiamo che non mancano da parte dell’azienda sanitaria le azioni in campo per garantire sicurezza e prevenire atti odiosi di aggressione e violenza. La strada è tracciata ma dobbiamo assolutamente andare avanti. C’è una legge, la 113/2020, che va proprio in questa direzione e va attuata al più presto. La casistica su dove avvengono maggiormente episodi di violenza vede al centro guardia medica, pronto soccorso e reparti psichiatrici. Credo – aggiunge Nicola Armentano – che ci sia assolutamente bisogno di una migliore organizzazione del management, valutando anche ulteriori azioni da mettere in campo come campagne di comunicazione nei confonti della cittadinanza per migliorare il rapporto tra utenza e personale sanitario. È chiaro che carenze o disservizi non possono essere causa di atti che sfocino nella violenza nei confronti del personale. Ma è anche importante impegnarsi costantemente per una migliore organizzazione del lavoro e per intervenire sulla mancanza di medici e personale socio sanitario. Una questione da non trascurare per garantire un servizio efficiente ma anche per prevenire eventuali rischi psico- sociali. Aggredire verbalmente e fisicamente un medico o un infermiere è un reato e un atto di inciviltà, che va contro anche l’interesse della collettività perché comporta anche l’interruzione di un pubblico servizio. Come ha sottolineato Dattolo c’è questa novità della procedibilità d’ufficio per il reato di lesioni personali commesso nei confronti dei lavoratori della sanità, ma forse sarebbe necessario prevedere la denuncia d’ufficio anche in caso di lesioni non fisiche, perché le minacce e le violenze psicologiche sono l’anticamera dell’aggressione fisica.
Gli episodi di violenza nei confronti degli operatori sanitari sono vergognosi ed inaccettabili, e non ammettono alcuna tolleranza – conclude il coordinatore della conferenza sulla sanità dell’area fiorentina Nicola Armentano – serve sensibilizzare la cittadinanza e monitorare il fenomeno; nonostante ciò i numeri di quanti si propongono per diventare medici non spaventano le nuove generazioni e sono sempre più numerosi coloro che si avvicinano alle professioni sanitarie. Segnale positivo che fa capire che nonostante tutto le professioni sanitarie ancora attraggono i nostri giovani all’interno di un mondo che ha sempre più bisogno di risorse economiche, umane e professionali”. (s.spa.)