Il sindaco a Napoli per un convegno dove si sono confrontati il capoluogo campano, Firenze e Barcellona
“Il turismo non deve essere visto come un problema ma come un’opportunità e come tale ha bisogno di strumenti e di regole. Aspettiamo fiduciosi dal ministro Franceschini una nuova legge efficace a sostegno di noi sindaci affinchè possiamo essere ancora più forti nel fare gli interessi delle nostre città e delle nostre economie”. Lo ha detto il sindaco Dario Nardella al convegno dal titolo “Napoli, Firenze e Barcellona a confronto. Strategie di sviluppo turistico del centro storico”, che si è tenuto a Napoli nella sede dell’Unione industriali. All’iniziativa promossa da Vivoanapoli e Sezione Turismo dell’Unione industriali sono intervenuti tra gli altri il sindaco di Napoli Luigi de Magistris e l’assessore di Barcellona a Turismo e Industrie creative Francesc Xavier. Il convegno ha offerto l’occasione per approfondire i cambiamenti avvenuti in questi anni, i rischi legati allo snaturamento del centro storico e il ruolo che le istituzioni locali hanno nel governo dei processi di sviluppo del turismo. “Firenze ha un rapporto tra visitatori e turisti tra i più alti del modo: in città si registrano 14 milioni di presenze turistiche l’anno - ha dichiarato Nardella -. Dobbiamo quindi confrontarci sempre con il fenomeno dell’overtourism, soprattutto quando è concentrato”. “Da qualche anno, approfittando che il centro storico di Firenze è patrimonio dell’Unesco, abbiamo utilizzato delle regole per vietare l’apertura di attività commerciali di scarsa qualità - ha spiegato il sindaco - che alterano la tradizione commerciale e abbiamo introdotto delle misure fiscali a tutela dei negozi storici come l’abbattimento della quota comunale dell’Imu per i proprietari dei negozi storici. Senza una legge dello Stato noi sindaci, seppur armati di buona volontà, non possiamo applicare delle norme molto incisive. È fondamentale avere degli strumenti che ci consentano di regolare il fenomeno del turismo, sopratutto quello mordi e fuggi e quello legato alla sharing economy, che non demonizziamo, perché il turismo esperienziale è una forma di turno nuovo, ma che dobbiamo in qualche modo affrontare”. “Dobbiamo fare differenza tra un turismo che produce lavoro e un turismo che si basa sulla rendita passiva - ha concluso Nardella - e avere strumenti efficaci per affrontarlo”. (fp)