Trombi (Firenze Riparte a Sinistra) “Con una bolletta dell’acqua salatissima perdiamo quasi mille bottiglie d’acqua potabile ogni secondo”

“Inaccettabile il danno causato dalla malagestione di Publiacqua, in termini di acqua perduta e di rincari in bolletta che ci aspettano"

Queste le dichiarazioni del consigliere Giacomo Trombi (Firenze riparte a sinistra)

"La rete gestita da Publiacqua è un colabrodo, e mentre la cittadinanza paga profumatamente, le perdite si susseguono a volumi mostruosi: le stime, confermate dall’amministrazione comunale, si attestano su 23 milioni di metri cubi di acqua l’anno. È come se ogni secondo venissero perse 972 bottiglie di vino - quelle da 0.75 per intendersi - piene d’acqua potabile, acqua buona.

Con quasi due miliardi di esseri umani che per sei mesi l’anno vivono in condizioni di carenza idrica, con le bollette che la nostra cittadinanza corrisponde a Publiacqua, l’amministrazione comunale di Firenze permette che il gestore del nostro acquedotto lasci andare perduta una quantità inaccettabile di acqua potabile. Inutile fare confronti, contestualizzare: a pochi importa se la cifra è in linea con i dati italiani: questo spreco immane è uno spregio all’umanità.

L’amministrazione parla di un piano nazionale del regolatore nazionale ARERA che prevede, dal 2018, miglioramenti annuali del 5% a km a seguito di investimenti (che però verosimilmente andranno, almeno parzialmente, a pesare ancora una volta in bolletta), e che sono previste penali in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi: saremo i primi a chiedere conto di questi investimenti, di quanto ci costeranno, se saranno stati raggiunti gli obiettivi e, in caso di penali, a vigilare affinché non vengano pagate, come sempre, dalla cittadinanza, invece di andare a prenderli dagli utili che la nostra acqua, anche quella che va perduta, garantisce ai soci di Publiacqua.

Crediamo sia necessario invertire la rotta, tornare ad una gestione pubblica dell’acqua, abbandonare la logica del profitto e tornare a parlare di servizi essenziali, che vanno garantiti alla cittadinanza, senza sprechi e senza utili per nessuno". (fdr)

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