"Dobbiamo recuperare quell’umanità che è stata sostituita dall’egoismo e dalla cattiveria e dobbiamo farlo ora. Non possiamo aspettare che la Storia ci condanni"
Questo l'intervento della consigliera Donella Verdi
"170 morti in mare nel giro di due giorni. 53 tra Spagna e Marocco. 117 a largo di Tripoli. Delle 120 persone ne sono state salvate solo 3.
Chissà quante sono e saranno le morti di cui non si avrà mai notizia, come sarebbe successo anche in questo caso se i migranti non fossero stati avvistati dal velivolo di una ONG e se tre di loro non fossero stati salvati e non avessero raccontato quante erano le persone sul barcone.
Mentre succede tutto questo la Sea Watch, forse l’unica ONG rimasta, salva altre 47 persone e si dirige verso un’altra imbarcazione con altri 100 migranti alla deriva e ormai allo stremo che hanno chiesto aiuto attraverso Alarm Phone senza riuscire per ore e ore a contattare la guardia costiera libica e con un rimpallo vergognoso tra Italia e Malta e che adesso pare siano stati raggiunti e ahimè e riportati nei lager libici da dove erano scappati dopo aver subito violenze e abusi ormai ampiamente documentanti e confermati anche nell’ultimo rapporto ONU del dicembre scorso.
Non credo si debbano aspettare altre morti. Ormai dovrebbe essere chiaro che la zona SAR libica con i cospicui finanziamenti dell’Europa e dell’Italia e l’allontanamento delle ONG, è un pericolo mortale per centinaia e centina di persone e il fallimento colpevole delle false politiche migratorie messe in atto.
Le norme internazionali che impongono di salvare le vite in mare e di farle arrivare in un luogo sicuro non vengono più rispettate. L’accordo con la Libia voluto dai governi precedenti ha spianato la strada alle politiche disumane di quello attuale. Le ONG il cui compito è la ricerca e il salvataggio di vite umane sono state criminalizzate e trasformate in colpevoli al pari dei trafficanti, ma non sono le ONG ad essere complici dei trafficanti quanto piuttosto i governi che hanno fatto accordi con le milizie libiche per rinchiudere nei lager chi scappa dalla guerra e dalla fame e creato una inesistente zona Sar libica priva di qualsiasi controllo e coordinamento.
Quello che sta succedendo è una vergogna non più sopportabile. Il Mediterraneo è una fossa comune. La tragedia che si è consumata tre giorni fa non è una disgrazia, è un crimine e abbiamo il dovere di opporci e esigere che l’Italia e l’Europa si assumano le proprie responsabilità interrompendo l’accordo con la Libia e aprendo vie legali e sicure di ingresso che salvaguardino la vita delle persone e facciano recuperare quell’umanità che è stata sostituita dall’egoismo e dalla cattiveria e dobbiamo farlo ora. Non possiamo aspettare che la Storia ci condanni". (fdr)